mercoledì 8 agosto 2012

Tunisia: a rischio il diritto di cittadinanza delle donne

Non stiamo scherzando. E la faccenda ci riguarda TUTTE, e anche da vicino. Sentiamo cosa scrive Moustafa Stambouli: "Già quasi un anno fa, ho pubblicato un articolo intitolato 'La Costituente minaccia il CSP?' E oggi, a 7 mesi dall'installazione dell'Assemblea Costituente, siamo al punto di doverci porre il problema della cittadinanza delle donne! Sì, purtroppo, questa cittadinanza viene veramente messa in pericolo con la scusa che la donna è una moglie e una moglie deve obbedire al marito. E se obbedisce al marito, la donna non è più oggettiva e subisce un'influenza. Di conseguenza, non è in grado di assumersi nessuna responsabilità politica di rilievo. Ecco come vien posta oggi la problematica femminile. 
A cosa serve il CSP a questo punto? Non serve più a niente! Osare proporre di includere nella Costituzione l'ineleggibilità di una donna come Presidente della Repubblica è un affronto alla dignità delle donne tunisine e un insulto al popolo tunisino. Coloro che hanno osato una simile proposta devono essere giudicati per sessismo. La donne hanno diritto di accedere a queste funzioni allo stesso titolo degli uomini. Questi oscurantisti pretendono che Dio abbia creato il marito per essere il custode di sua moglie. Il suo uomo è il suo padrone, e lei lo deve obbedire. Per questi salafiti, la donna non è libera, ma subordinata a un altro cittadino, suo marito. E l'obbedienza della donna al coniuge esclude che ella possa accedere alle funzioni presidenziali e politiche in generale. Il progetto oscuro degli islamisti è di riportare la donna a fare la casalinga e relegarla al ruolo di riproduttrice e sgobbona tuttofare, una schiava, in altre parole. Donne, svegliatevi, la vostra condizione di “cittadine” non è più all'ordine del giorno.
Ma perché questi islamisti dimenticano che l'Egitto ha avuto Shajar Al-Durr, una sovrana che nel 13° secolo ha svolto il suo compito egregiamente? Nella storia dell'umanità, nessuna presidente donna si è arresa! Golda Meir, la Thatcher, Indira Gandhi e molte altre hanno lasciato un’impronta nella storia del loro paese e del mondo. Pretendere che le donne non siano in grado di svolgere tali funzioni denota una forma isterica.
Fortunanatamente, qualche buona notizia arriva ogni tanto dalla Turchia: Kemal Kılıçdaroğlu, presidente del principale partito di opposizione (il Partito repubblicano del popolo) non esclude una candidatura femminile. Una presidente donna sarebbe adatta alla Turchia del 21° secolo. Si pensa in primo luogo a Ümit Boyner, capo dell'Associazione degli industriali e imprenditori della Turchia (TUSIAD). Poi a Emine Ülker Tarhan, Vice Presidente del Gruppo parlamentare del CHP. E infine a Guldal Mumcu, Vice Presidente del Parlamento. Secondo il Consiglio d'Europa, l'uguaglianza delle donne e degli uomini implica 'pari visibilità, autonomia, responsabilizzazione e partecipazione di entrambi i sessi in tutte le sfere della vita pubblica e privata. Il concetto di parità tra i sessi (..) si oppone semplicemente al concetto di disuguaglianza fra i sessi: vale a dire alla disparità nelle condizioni di vita delle donne e degli uomini'. 
Se la Tunisia ha ancora intenzione di rivendicare uno status di partner privilegiato per l'Unione europea, deve rispettare scrupolosamente questo approccio integrato alle questioni di genere. E’ interesse della Tunisia di intraprendere un'azione urgente per compensare le disparità di genere che esistono, verso una completa parità.
Escludere le donne dalla vita politica significa condannare il nostro paese al sottosviluppo e all'ignoranza. Portare la donna a responsabilità pubbliche non è una scelta, è un dovere storico non negoziabile. Noi riteniamo che la piena parità tra uomini e donne è un’esigenza fondamentale. Per porre fine alle pratiche sessiste nel nostro paese, bisognerebbe semmai inscrivere nella Costituzione una procedura di "test di genere" che esiga una valutazione dell'impatto che avrebbe, sugli equilibri fra i sessi, da ogni proposta, atto legislativo o regolamentare: questo al fine di sviluppare un "riflesso di genere" in tutte le attività pubbliche. Senza questo prezioso strumento, rischiamo di perdere, ogni giorno di più, i risultati del CSP.
Mentre il mondo sta progredendo continuamente in termini di parità tra uomini e donne, la Tunisia valuta di tornare indietro addirittura istituendo disposizioni costituzionali per sbarrare la strada alla donna a più alti uffici della Stato. Si tratta di una visione oscurantista della società che si sta delineando all'orizzonte, un progetto retrogrado, reazionario e totalmente anacronistico.
Ci aspettiamo dai nostri costituenti una tabella di marcia, per la parità tra donne e uomini, che consolidi le conquiste ottenute e apra ad una piena eguaglianza tra uomini e donne rispetto agli organi decisionali in tutte le aree, soprattutto quella politica. A 18 mesi dallo scoppio della rivolta, il ruolo delle donne nel processo decisionale si è accresciuto? la loro visibilità nei luoghi pubblici è più evidente? Il governo ad interim di Beji Caid Essebsi ha fissato punti precisi, quali la parità nelle liste elettorali delle ultime elezioni, ma l'Assemblea Costituente sta per strapparci le conquiste ottenute e rimette in discussione i principi repubblicani fondamentali.
Donne, continuate a rivendicare i vostri diritti, continuate a ribellarvi conto i diktat di questi oscurantisti salafiti. Cogliete al volo questa occasione per organizzarvi e far fallire il loro progetto diabolico di rinchiudervi in casa.
Noi siamo con voi perché continuiamo a credere nel motto di Aragon "Le donne sono il futuro dell'uomo", e aderiamo fermamente alla formula che dice "l'uomo è il passato della donna."

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